Il mio post di settimana scorsa ha avuto molto riscontro. Molte piccole e medie imprese mi hanno contattato chiedendo. “Qui l’emergenza è destinata a durare. Mi devo adeguare alla svelta. Cosa posso fare concretamente oggi?” Non mi stupisce che molte aziende solo ora scoprano di non avere le infrastrutture software e hardware adatte per far fronte alla situazione attuale o per farvi fronte garantendo un minimo di sicurezza e di efficienza. Abbiamo tutti colto l’opportunità della ‘voce mobile’ ma siamo stati lenti a raccogliere la sfida dei ‘dati mobili’.
Portare all’esterno il sistema aziendale
Il sistema aziendale da ‘interno’ deve diventare ‘esterno’ cioè supportare al meglio la mobilità dei propri dipendenti fuori dell’azienda e dei propri clienti che utilizzeranno sempre più i servizi del sistema informativo aziendale in modalità self service.
Configurazioni appropriate e misure di sicurezza
Per prima cosa si tratta di capire con quali macchine e quali configurazioni i dipendenti dell’azienda stanno accedendo ‘da casa’ ai dati e applicativi aziendali, supportando sia le ‘macchine’ esterne sia l’infrastruttura internet aziendale in modo da ottimizzare l’efficienza delle connessioni. Contemporaneamente vanno riviste le misure di sicurezza sia sul fronte client (adottando una VPN per evitare che chiunque possa ‘ascoltare’ il PC utilizzato dal dipendente a casa) sia sul fronte server (firewall: configurazioni con certificati SSL per criptare i dati ‘in viaggio’ e sistemi di password uniche Single Sign On, Tutte cose cui ho accennato nei post precedenti. Sarebbe anche una buona idea applicare una rigida compartimentazione dei dati aziendali.
Il passaggio al cloud come risposta al coronavirus
Il secondo passo consiste in una evoluzione che da tempo tutte le PMI avrebbero dovuto compiere, il passaggio al cloud. Non bisogna avere un timore reverenziale nei confronti del cloud. Certo con questa modalità si possono immaginare soluzioni avanzatissime e piuttosto complesse. Semplificando di molto il concetto, il cloud è semplicemente un server che non sta sotto la scrivania ma da un’altra parte. Il cloud è predisposto ad essere interconnesso, opera su infrastrutture esterne egualmente accessibili e molto più sicure (e meno costose). Un ‘passaggio al cloud’ può essere organizzato in relativamente poco tempo e di supportare al meglio modalità più adatte alla situazione attuale. Questi interventi che si possono effettuare nel giro di pochi giorni o poche settimane rendono l’azienda intrinsecamente più adatta ad affrontare non solo l’emergenza coronavirus ma in futuro un contesto di mercato che richiede flessibilità e grande attenzione agli investimenti.
Riccardo Montanaro, CEO e.tere@ srl