Inutile dirlo: qui, in fabbrica o in magazzino le cose sono diverse. Gli organigrammi e i grafici, le belle teorie elaborate negli uffici, prendono un nome e un cognome: Giovanni, Arturo, Maria. Persone con la loro capacità e la loro personalità precisa e distinta. Anche negli uffici, certo, ma forse è più facile assumere o accogliere le dimissioni di una junior marketing account. Invece, un operaio capace di lavorare su una certa macchina o un buon magazziniere sono difficili da trovare e quasi insostituibili.
Quindi, riprendendo il titolo e il senso di una vecchia canzone di Giorgio Gaber, chiedo scusa se non inizio dai principi del management o dai manuali e parlo di Maria: una donna di quasi cinquanta anni, che ho conosciuto mentre lavoravo per una medio-piccola azienda veneta. Nei capannoni dell’impresa, su circa 40 persone, Maria era una delle poche femmine. Anche per quello forse non dava confidenza a nessuno.
Il kanban era lei
Il suo compito era assicurarsi che l’impianto avesse sempre a disposizione la giusta quantità di semilavorati. Avete presente il kanban? Ecco il kanban di questa azienda era Maria. Era lei a dialogare direttamente con i fornitori concordando lotti e tempi di consegna, era lei a controllare la dotazione di pezzi di ricambio e poi di tutto quello di cui l’impianto avrebbe potuto avere bisogno: dagli asciugamani di carta agli olii speciali per la manutenzione, lasciando all’ufficio Acquisti un ruolo quasi ‘notarile’.
“Lasciate fare a me”
Maria era brava, precisa, efficiente e rispettavamo il suo umore un po’ introverso, se non scontroso, e la sua ritrosia a condividere informazioni. A qualunque domanda, a qualunque richiesta, rispondeva “Lasciate fare a me”, e in effetti nessuno aveva mai avuto occasione di lamentarsi. Col tempo, però, la scrivania di Maria e il suo PC erano diventati uno dei centri nervosi dello stabilimento. Il polmone, se non il cuore, dell’attività produttiva.
Un collaboratore insostituibile è una risorsa ed è un rischio
Forse non è un caso che ciascuno abbia due polmoni e non uno. Maria era diventata insostituibile. In fabbrica questo può accadere più spesso di quanto non accada in un ufficio. In fabbrica le riunioni sono rarissime, le email in copia conoscenza praticamente inesistenti, le gerarchie sono sottili ed è quindi possibile che una persona accentri tutte le informazioni su un processo.
Il direttore delle operations aveva capito che ‘insostituibile’ sarà anche inteso come un complimento ma una persona davvero insostituibile rappresenta un rischio potenziale per la continuità della produzione e chiese il mio aiuto. Facemmo in modo che il PC di Maria mostrasse qualche difficoltà di funzionamento. Maria fu costretta a chiedere un intervento all’IT e dovette accettare l’idea di collegare il suo PC a un server esterno con funzioni di backup.
Da quel momento tutto ciò che faceva Maria veniva registrato. In qualunque momento sarebbe stato possibile affiancarle una seconda persona e sostituirla. Non ce n’è stato bisogno. Quando vado in azienda Maria è ancora lì, anche se inizia a contare i mesi alla pensione e si informa su “Quota 100” e “Opzione donna”. Quando festeggerà il suo ultimo giorno di lavoro il responsabile operation potrà brindare alla salute di una “insostituibile collaboratrice” senza sentire un brivido sulla schiena.
Riccardo Montanaro Ceo, E-terea srl